Ognuno di noi conosce quella parte di sè che almeno una volta ha sentito soverchiante, giudicante e sabotatrice della propria vita.
E' una parte critica, ma che non si limita ad una critica costruttiva, piuttosto spesso cerca di punirci con severità e senza alcuna compassione per i nostri errori e ciò che siamo. Questa parte è quella che viene chiamata Super-Io, Critico interiore, Giudice interiore, Persecutore o Top dog, essenzialmente è l'interiorizzazione di un genitore autoritario e punitivo, che tutti noi ci creiamo.
Il Critico interiore è diverso per ognuno di noi, pretende cose diverse e punisce per motivi diversi. E' sempre presente in ogni momento della nostra vita per criticare aspramente e sabotare qualsiasi scelta che non ritenga giusta. Per questa parte esiste solo un modo giusto di essere e di vivere, deviare da questa giustizia implica pagare un caro prezzo.
Quando ci parla può dire:
"Devi essere coraggios@" "Devi farti valere" "Non devi essere timid@" "Sei un@ stupid@ perchè ti fai mettere i piedi in testa da tutti" "Non sei capace di fare niente" "Sei troppo debole" "Sei un'irresponsabile, non meriti la fiducia di nessuno" "Non sei amabile" "Nessuno ti amerà perchè sei in fondo una brutta persona" "Resterai sol@ se esprimi i tuoi bisogni perchè sei un'egoista" " Ma dove vuoi andare che non sei in grado di fare nulla" "Quando parli dici stupidaggini paragonato agli altri, meglio che taci" e così via, ognuno di noi può aggiungere altri precetti o critiche del suo Giudice interiore personale.
Non è facile far emergere questa parte di noi stessi perchè spesso la nostra Vittima interiore, la parte di noi che subisce i suoi attacchi continui, crede fermamente che il suo Carnefice abbia ragione e che lei è solo un essere misero degno di aspre critiche e nessuna compassione. E allora è davvero importante conoscere il nostro Critico interiore, iniziare a farlo parlare e sfogare con tutta la sua rabbia e severità . Diamogli un nome, una data di nascita, ascoltiamo tutto quello che vuole dirci.
Nella Gestalt viene proposto un esercizio Persecutore - Vittima (Atteggiamento e prassi della Terapia gestaltica - Claudio Naranjo) che si svolge in quattro stadi:
1) Auto-accusa come catarsi della rabbia del Super-Io: come dicevo sopra facciamo uscire allo scoperto con tutta la sua rabbia il nostro Critico, tramite la nostra voce e i nostri gesti, facciamolo sfogare e conosciamolo.
2) Rovesciamento della Vittima: a questo punto si passa ad interpretare la Vittima, ma una vittima che prende le parti degli oppressi, che si ribella al Persecutore e lo rimprovera con rabbia. Lo condanna fermamente per la sua crudeltà ed oppressione trasformandosi da vittima che subisce passivamente a ribelle coraggiosa.
3/4) Rovesciamento del Persecutore e lavoro per un accordo: questo è il momento più difficile su cui lavorarci tante e tante volte. Ora iniziamo a conoscere davvero quel Super-Io che in realtà abbiamo creato noi stessi per proteggerci e accudirci quando eravamo dei bimbi senza protezione perché ancora non adulti e autonomi. Il nostro Super-Io è così per un motivo, ha i suoi desideri e frustrazioni, è forse triste e arrabbiato perché voleva fare solo il nostro bene, ma non ce l'ha fatta. Forse è disperato perchè non c'è riuscito, forse ha bisogno di piangere ed essere compreso da quella parte di noi che è stata aggredita per tanto tempo, dalla sua Vittima.
Un accordo può essere trovato e a guidarlo è un ingrediente molto autentico: la compassione. La compassione non è solo empatia, ma è il sentire il dolore dell'altro e desiderare autenticamente curarlo. E' un prendersi cura reciprocamente con rispetto, comprensione e gentilezza. L'accordo tra le nostre parti, Persecutore e Vittima, è un percorso su cui continuare a tornarci per tutta la vita.
Le immagini ci possono aiutare ad esprimere ciò che altrimenti è inesprimibile o invisibile alla nostra consapevolezza.
Un'immagine che trovo davvero evocativa del Critico interiore, forse del mio, è l'immagine dei tarocchi Madrepace di Vichi Noble. Osservando questa immagine possiamo farla parlare, farci raccontare e dare così una forma al nostro Persecutore/Super-Io, iniziando un percorso di conoscenza e consapevolezza di questa parte di noi così presente nella nostra vita eppure spesso profondamente sconosciuta.