Tarocchi e Gestalt Counseling

febbraio 11, 2022

 

Un viaggio nella consapevolezza di sé

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La scrittrice e sciamana Vicki Noble, nel suo libro sui tarocchi da lei creati, Madrepace, associa l’arcano maggiore ad uno scrigno segreto la cui etimologia conduce all’immagine dell’arca e del vascello che ci porta in viaggio, o ci salva dalle tempeste, attraversando e preservando la vita.  Quest’immagine è evocatrice anche della forma dei vasi, dei calici, e quindi della sede primaria della vita: l’utero. 

In questo senso gli arcani dei tarocchi sono arcani della vita, poiché la rappresentano con le sue continue, piccole e grandi morti, accompagnate da altrettante rinascite fino alla fine del suo ciclo.  Forse il mistero-arcano più grande della vita è proprio questa sua ciclicità imprevedibile.
Scrive l’analista junghiano Claudio Widmann nel suo libro “Gli arcani della vita. Una lettura psicologica dei tarocchi”:

“A.Court de Gobelin vide nei tarocchi una versione del liber mundi, in cui la psiche si rende manifesta attraverso figure arcane, pronta e disposta a rivelarsi, desiderosa di una mente fertile che raccolga la sua spinta alla manifestazione. Volendo recepire questa intuizione, è possibile pensare i tarocchi non solo come un gioco di carte, uno strumento della magia o della divinazione, ma come un compendio di immagini simboliche, che rappresentano l’insieme della vita psichica, le sue vicende evolutive e i suoi arcani.”

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Gli arcani maggiori sono dunque immagini archetipiche, che in quanto tali secondo Jung, simbolizzano la vita psichica, i modelli di comportamento innati presenti nel nostro inconscio collettivo e una rappresentazione immaginale della vicenda psicologica di ognuno di noi.
Contemplare e meditare sulle carte dei tarocchi è quindi un modo per addentrarci nella consapevolezza di noi stessi, poiché le immagini delle carte estratte risvegliano in chi domanda, la consapevolezza profonda di cosa gli stia accadendo in quel momento della sua vita e di come, lui o lei, agisca, senta, sia in quel momento.  Cercando l’aiuto che si cerca in un counselor, chi chiede alle carte, in realtà si interroga ed inizia un percorso di consapevolezza che coinvolge mente e psiche.
Per questo motivo i tarocchi non predicono il futuro, ma piuttosto riguardano il futuro che è iscritto nel presente. La consapevolezza del presente ha in sé i processi trasformativi del futuro che mutano in continuazione, come ci ricorda il libro dei mutamenti l’I Ching. Quindi è paradossalmente la consapevolezza del qui ed ora, del presente, che predice il probabile, ma non sicuro futuro, di quello che si sta trasformando.
In una conferenza che Jung tenne nel 1° marzo 1933 riferendosi alle carte dei tarocchi disse:

“Esse si combinano in certi modi, e le differenti combinazioni corrispondono al giocoso sviluppo degli eventi nella storia dell’umanità.” “Queste sono una sorta di idee archetipiche, di natura differenziata, che si mescolano ai componenti ordinari del flusso dell’inconscio, e perciò è adatto ad un metodo intuitivo che ha lo scopo di comprendere la vita, forse anche predire eventi futuri, eventi che si presentano alla lettura delle condizioni del momento presente.”


Le carte che vedo estrarre dalle persone e da me stessa,  sembrano in effetti rispondere al principio della sincronicità  che Jung così definisce: “sincronicità significa allora anzitutto la simultaneità di un certo stato psichico con uno o più eventi esterni che paiono paralleli significativi della condizione momentaneamente soggettiva e – in certi casi - anche viceversa.” Quelle carte estratte parlano di noi e con noi. In termini gestaltici, esse con le loro immagini possono evocare le gestalten incompiute, cioè attrarre l’energia che preme per il completamento di una situazione rimasta irrisolta, non soddisfatta. Dice Perls:        

"La qualità più importante di una gestalt è la sua dinamica, la necessità imperiosa posseduta da una gestalt che la porta a chiudersi e completarsi. Tutti i giorni sperimentiamo questa dinamica. A volte il miglior nome che si può dare ad una gestalt incompleta è di chiamarla semplicemente situazione inconclusa”


Così dallo sfondo dell’immagine della carta può emergere la figura legata alla carica energetica della gestalt incompleta, che preme per la sua risoluzione, consentendo quindi di prendere contatto con questa esperienza, anche se dolorosa, divenendone consapevole. Spesso infatti il racconto che viene fatto dalle persone dinnanzi all’immagine della carta è una “figura” soggettiva, che parla di un bisogno di quella particolare persona e di una situazione unicamente sua. Non esiste un’oggettività dell’immagine del tarocco piuttosto la figura che emerge dallo sfondo tramite la percezione che la persona sperimenta di fronte a quell’immagine.

Se vorrete fare un'esperienza di consapevolezza personale tramite i tarocchi e il counseling potete contattarmi per mail: sp.gestaltcounselor@gmail.com

Proporrò nei prossimi mesi una carta su cui fare un esercizio di consapevolezza. Potrete farlo da soli/e e contattarmi se vorrete approfondire.

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