QUI E ORA. Esercizio di consapevolezza e mondo immaginale

febbraio 15, 2022


ZERO

IL MATTO - LA MATTA

Consapevolezza-Matto-tarocchi

Nel libro "Gli arcani della vita. Una lettura psicologica dei tarocchi", di Claudio Widmann, la storia archetipica, la fiaba, o il mito, legata a questo arcano, è quella di Parsifal, il puro folle

Parsifal era un giovane ingenuo figlio di Mal di Cuore, Herzeloide, cresciuto in un mondo di sole donne governato dalla sua triste madre, a cui il cuore si era spezzato dopo la morte del marito. Herzeloide un giorno vestì il giovane come un pazzo, con brache e camicia tutte di un pezzo, un cappuccio e rozzi stivali d’asino, affinché fallisse nella sua ricerca e non desiderasse andare ad esplorare il mondo per diventare un cavaliere del re. Il suo cuore non poteva tollerare la sofferenza di perdere anche il figlio. Il giovane comunque partì e conobbe per la prima volta nella sua vita dolore, sconfitte e solitudine. Incontrando il re Pescatore nel castello del Graal, ma solo al loro secondo incontro e dopo un lungo errare, Parsifal scoprì qualcosa che gli diede finalmente pace: la compassione.

Il suo viaggio lo portò a scoprire sé stesso attraverso la compassione per l'altro che soffrePer questo motivo il matto dei tarocchi ha sempre alle calcagna un animale, che sia un gatto o un cane, poiché esso è l’impulso che lo costringe ad andare verso la scoperta, di sè e dell'altro da sè. 

Il Matto è il punto zero degli Arcani Maggiori, l’indifferenziato da cui tutto ha origine, che contiene in sé tutte le possibilità e quindi tutti gli altri arcani. 
Il punto zero nella cultura orientale del Tao è come l’ombra di un uccello in volo: è immobile seppur in movimento. Osservando il suo volo percepiamo lo sbattere delle ali come un moto, ma se osserviamo la sua ombra essa è ferma, come un singolo fotogramma. E’ il punto indifferenziato del tempo: il momento presente.

Nel Tai Chi Chuan si mira proprio a questo stato: il corpo all’interno si mantiene sempre immoto come l’ombra. Il Wu-Chi è questo stato di vuoto interno, uno svuotamento della mente dai pensieri il cui risultato sarà uno stato di quiete ed immobilità che condurrà alla disponibilità al movimento. Riecheggia il vuoto fertile di cui parla Perls nella Terapia della Gestalt, il raggiungimento di un silenzio interno che permette di contattare la parte più profonda di sé stessi attraversando la propria confusione e ascoltandosi interiormente. Quel silenzio è come un vuoto, ma fertile, in cui la confusione si dissolve ed ogni cosa appare più chiara, non grazie ad interpretazioni o speculazioni intellettive, ma tramite  l’esperienza dell’attraversamento della confusione stessa, della paura e del dolore che comporta.

“La quiete è una grande porta. Una porta che in ultima analisi, è un mistero, perché non lo abbiamo ancora vissuto”. (Claudio Naranjo)

La quiete altro non è che il momento presente, senza anticipazioni o fughe nel passato che ci rendono eternamente insoddisfatti di quello che siamo o viviamo, sempre alla ricerca di un altrove che non sia qui ed ora.  Vivere nel qui ed ora mette in contatto con la sacralità della vita, con quanto essa sia sacra nel suo insieme e quanto sacra è la nostra vita attimo dopo attimo.

Nel "il Tao del Tai Chi Chuan" di Jou Tsung Hwa si dice: 

“tu sei il Tai Chi e il Tai Chi è te. 

 Ora, se tu sei l’universo, ogni cosa che l’universo rivela sei tu. 

Gli esseri umani sono identificati con te e tu con loro.”


ESERCIZIO

Guardiamo ora questa immagine: 

Vicki Noble-Motherpeace

Chiudiamo gli occhi e visualizziamola ancora una volta.
Torniamo ad essere come quando eravamo bambini ed eravamo totalmente presenti e compenetrati nei nostri giochi:
  • Come vi sentite (senza pensarci troppo) nell'osservare questa immagine?
  • Com'è guardare il mondo "a testa in giù", da una prospettiva differente, "folle"?
  • Cosa fanno gli animali dell'immagine?
  • Dove sta andando il/la Matto/a?
  • Com'è quel fiume che scorre?

Poi con carta e penna iniziamo a scrivere la storia di questa carta, dell'immagine che vediamo:
"C'era una volta"....
La mano scorre senza pensare ed arriva fino alla fine della storia, in cui immaginate come sono stati risolti gli eventuali ostacoli incontrati dal o dalla  protagonista. Date un titolo alla vostra storia.
Cosa vi dice di voi questo racconto?

Se volete disegnate la vostra storia, sempre liberamente, anche solo spargendo colori.



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